I pazienti affetti da tumore alle ossa, si chiedono quali sono le aspettative di vita e quale potrebbe essere la cura più corretta per aumentare le possibilità di sopravvivenza. Prima di approfondire ciò, vediamo di cosa si tratta e quali sono le cause della sua origine.
Il cancro alle ossa nasce a causa di alcune cellule presenti appunto nelle ossa, che con il tempo tendono a subire una crescita anomala, abnorme. Contrariamente al pensiero comune, le ossa sono costituite da alcune cellule vive e soprattutto modificabili.
Il dato di sopravvivenza attuale e più aggiornato, è quello che arriva direttamente dagli Stati Uniti d’America. Coloro che hanno un tumore alle ossa riescono a vivere per 5 anni nel 67% dei casi. Non si tratta di una regola standard, in quanto la percentuale è variabile in base al quadro clinico di ogni soggetto.
La situazione più grave, ovvero dove la mortalità è elevata è quella in cui il paziente è affetto da metastasi ossee e nell’85% dei casi non sopravvive per un periodo superiore ai 21 giorni.
Alle metastasi si aggiunge anche il dolore provato dai pazienti, che incide notevolmente sulla loro qualità di vita (oltre che mortalità). La conseguenza più grande riguarda la riduzione delle autonomie funzionali, motivo per cui sarebbe necessario far intervenire un dottore, infermiere o qualcuno specializzato del settore.
Sta di fatto che il tumore finché è benigno, non mette in pericolo di vita il paziente, a meno che quest’ultimo non diventi maligno.
Per quanto concerne il cancro alle ossa, la prognosi è variabile, poiché è influenzata da diversi fattori
I migliori casi sono quelli in cui:
- La diagnosi viene scoperta precocemente (nel momento in cui il tumore è allo stadio inziale).
- La massa tumorale è asportabile del tutto e raggiungibile con semplicità dal chirurgo.
- Il quadro clinico generale del paziente è positivo ed esente da altre problematiche.
- Il tumore sviluppato non è aggressivo.
Ad influire chiaramente sulla gravità del cancro alle ossa è la sua classificazione. Esso può essere maligno o benigno, primitivo o secondario.
- Tumore primitivo: tramite una diagnosi dev’essere compresa la sua natura benigna oppure maligna.
- Tumore secondario: in tutti i casi è di origine maligna, poiché si tratta di metastasi. Ovvero un tumore che si diffonde in altri tessuti, come potrebbe essere nel polmone, tiroide, mammella, prostata e rene.
Esiste una cura al tumore alle ossa? Scopriamolo
Curare un tumore alle ossa di origine primitiva non è semplice. Generalmente per aumentare le possibilità di sopravvivenza si provvede ad una serie di trattamenti quali: radioterapia, chirurgia e chemioterapia.
Il trattamento delle metastasi non garantisce un risultato sicuro. Dunque non si può sapere effettivamente, quale sarà l’efficacia del trattamento, anche perché tutto varia in base alle patologie del paziente e dal suo quadro clinico.
I tumori benigni invece, non hanno bisogno di esser curati. L’unica eccezione si verifica nel momento in cui si presentano delle masse troppo grandi o che possano comprimere le strutture nervose (in questo caso si avvertirebbero anche i primi sintomi.
Allo stesso tempo non è neanche possibile dar vita ad una accurata prevenzione. Infatti ad oggi non è disponibile alcuno screening.
Quel che potrebbe distinguere dimensioni e punto esatto del tumore benigno o maligno, è attraverso una risonanza magnetica. A confermare l’esito sarà una biopsia ossea, nonché un esame che grazie all’estrazione di un campione tramite prelievo, individuerà l’anormalità a sua volta da associare al tumore alle ossa.
Questo è tutto ciò che riguarda le aspettative di vita di chi è affetto dal cancro alle ossa.