Dal 2017 l’osteopatia è tra le nuove professioni sanitarie, ma il suo percorso è ancora lungo. Ecco cosa sapere sulle visite osteopatiche in Italia.
Sempre più persone si domandano quali alternative esistono alla medicina tradizionale e sono spinte a provare questo tipo di cure.
Ad oggi non esistono reali soluzioni, ma ci sono delle discipline che possono essere integrate alle cure tradizionali e che, secondo alcuni, garantiscono un accompagnamento alla guarigione.
La branca che ha senz’altro maggiori riconoscimenti è quella dell’osteopatia, che spesso viene confusa con altre pratiche meno affidabili.
Ciò non significa, però, che bisogna considerarla come ufficializzata: sulla sua legittimità è ancora aperto un dibattito in Italia e in gran parte del mondo.
Andiamo a conoscerla meglio e capiamo come approcciarsi a tale disciplina.
Che cos’è l’osteopatia? È una nuova professione sanitaria?
L’osteopatia è una disciplina che non prevede l’uso di medicinali, ma il trattamento di alcuni sintomi con l’uso di movimenti e pressioni specifiche delle mani sul corpo.
Se per le altre discipline le posizioni sono ben definite, l’approccio all’osteopatia è controverso, in quanto non è né totalmente legalizzata, né impedita.
L’osteopatia non è riconosciuta come disciplina alternativa alla medicina tradizionale, ma si fa strada tra le nuove professioni sanitarie.
In buona parte del mondo è attivo da anni un dibattito sull’osteopatia, in alcuni Paesi è addirittura una professione sanitaria regolamentata.
Come funziona l’osteopatia
L’osteopatia si basa sull’idea che il corpo sappia autoregolarsi e che, tendenzialmente, possa fare a meno di sostanze chimiche, se non per specifiche patologie.
Lavora molto sulla struttura del corpo, ma non sottovaluta l’importanza della mente e, soprattutto, del sistema nervoso.
Bisogna tenere a mente, comunque, che l’osteopatia non si oppone alla medicina tradizionale, né intende contraddirla: le due branche devono convivere.
Le tecniche utilizzate per applicare tale disciplina sono racchiuse nel cosiddetto Trattamento Manipolativo Osteopatico e prevedono l’uso delle sole mani.
Lavorano principalmente su muscoli e sistema scheletrico, ma possono essere usate anche su problemi relativi agli apparati digestivo, genitale e urinario, circolatorio, neurologico e disturbi riguardanti otorinolaringoiatria.
Ancora oggi non esiste una posizione oggettiva e definita sulla disciplina: c’è chi sostiene che l’osteopatia produca benefici, ma esistono anche testimonianze di pazienti che hanno subito dei danni a causa di pratiche scorrette.
Tendenzialmente, il consiglio è quello di stare attenti e di consultare il medico.
Ciò accade perché l’osteopatia non è normativizzata e non ha un corso di laurea dedicato, almeno nel nostro Paese, e tendenzialmente viene studiata in scuole private o attraverso dei master, ma non tutti i corsi sono riconosciuti dal Registro Osteopati d’Italia.
L’osteopatia in Italia
Come abbiamo detto in precedenza, non c’è una visione dell’osteopatia riconosciuta universalmente. Ogni Paese si approccia alla disciplina in modo diverso, passando da Paesi in cui è una professione sanitaria a tutti gli effetti ad altri in cui la strada da percorrere per il riconoscimento totale è ancora lunga, come nel nostro.
Gli osteopati sono medici?
Nonostante negli ultimi anni siano stati fatti passi avanti e il 31 gennaio sia diventata professione sanitaria autonoma, l’osteopatia non è ancora regolarizzata.
In particolare, come dicevamo, non vi è un percorso di studi ben definito e da anni gli interessati si mobilitano per ottenere un corso di osteopatia all’università.
Di base, però, viene richiesto uno studio delle discipline anatomiche.
Per diventare osteopati, infatti, ci sono due modalità: la laurea in campo sanitario seguita da un master, oppure la scuola privata (la cui durata è di 5 anni).
Sicuramente, all’interno dei vari corsi di studio la differenza è data dal tirocinio formativo svolto, perché solo sul campo l’osteopata può dirsi tale.
La risposta alla domanda “gli osteopati sono medici?”, quindi, risulta complessa: se da un lato è difficile definire il loro percorso di studi, dall’altro non possono accedere alla professione senza un’adeguata conoscenza delle discipline mediche di base.
Ciononostante, è frequente leggere o sentire di gente che sottolinea le controindicazioni dell’osteopatia. Infatti, alcuni pazienti sottoposti alle cure di osteopati poco preparati si sono poi ritrovati con dei fastidi muscolari e lievi problemi dalla lunga guarigione.
Per i più fortunati, invece, l’osteopatia è un ottimo aiuto nel percorso di ripresa da malattie più o meno gravi e nei casi di dolori muscolari, ecco perché si avverte il bisogno di riconoscere l’osteopatia anche in Italia.
Sottoporsi ad una visita osteopatica
In Italia gli osteopati sono circa 7000 e gli italiani che si affidano a cure di questo tipo sono in aumento da anni.
Una visita osteopatica può essere svolta non solo dall’osteopata, ma anche da figure tra le professioni sanitarie riconosciute.
Come dicevamo, tendenzialmente ci si rivolge ad una visita osteopatica per disturbi alla schiena o comunque a muscoli e scheletro, ma non solo: sono frequenti anche pazienti che vi si rivolgono per problemi legati all’asma o ginecologici.
La consulenza parte dall’analisi della situazione di partenza del paziente per poi valutare quale sia il trattamento più adeguato e, infine, nell’applicazione di tecniche manipolatorie sui punti del corpo che risultano “bloccati”.
Un chiarimento importante sulla visita osteopatica riguarda la detrazione fiscale dell’osteopatia, qui riportata dal blog dell’azienda Gipo.
Nonostante sia stata inserita tra le nuove professioni sanitarie, dal punto di vista della tassazione la questione non è così semplice.
Per quel che riguarda la dichiarazione dei redditi 2019, la visita dall’osteopata non è detraibile.
Le spese per prestazioni di Osteopatia sono detraibili quando la visita è svolta da un professionista sanitario riconosciuto (ad esempio un fisioterapista).
Tale distinzione, così come il vivo dibattito sull’argomento, è utile non solo dal punto di vista legale, ma anche per ricordare ai pazienti come l’osteopatia sia una disciplina da integrare e a cui approcciarsi con la dovuta attenzione.
L’osteopatia e le altre cure
Prima di scendere nei dettagli dell’osteopatia, bisogna fare un po’ di chiarezza sulle varie discipline che si affacciano sul campo delle cure della persona.
Esistono varie terapie a cui la gente decide di affidarsi: dalle cure naturali, all’agopuntura, all’omeopatia.
L’agopuntura è una disciplina non scientifica e non verificata che consiste nell’inserimento di aghi in specifiche parti del corpo.
Viene dalla medicina orientale e in Italia è considerata pratica non convenzionale: può essere applicata solo con una laurea in medicina o veterinaria, anche se si ha una formazione all’estero.
L’omeopatia, invece, è una pratica in cui corpo e mente vengono considerati una sola entità e l’approccio si fonda sul malato, non sulla malattia.
I medicinali utilizzati sono di origine naturale e vogliono agire sia a livello fisico che mentale.
Sono considerati dei farmaci e tendenzialmente non hanno controindicazioni, in quanto naturali, ma possono provocare danni, soprattutto se si decide di sostituirli ai farmaci tradizionali.
Osteopatia e Fisioterapia
Una disciplina a cui viene associata l’osteopatia è la fisioterapia.
Vengono associate sia mentalmente, in quanto entrambe si approcciano a muscoli e ossa, che tecnicamente, dato che spesso i fisioterapisti specializzati anche in osteopatia applicano tali tecniche ai pazienti che lo richiedono.
Il fisioterapista è un professionista sanitario riconosciuto, diventato tale seguendo un percorso specifico e normativizzato da cui ha ottenuto un diploma universitario abilitante.
Può agire su prevenzione, cura e riabilitazione e può usare le tecniche che ritiene necessarie, di conseguenza anche quelle manipolatorie.
Tale distinzione è utile per ricordare che le professioni sanitarie riconosciute sono le uniche a cui è permesso attuare delle vere e proprie cure mediche su delle patologie o malattie riconosciute.
Le origini
L’osteopatia nacque durante la Guerra Civile Americana dalla mente e l’esperienza di Andrew Taylor Still.
Diventò medico sul campo di battaglia, imparando da apprendista (cosa che accadeva spesso, ai tempi).
Una volta perse moglie e figlie a causa di malattie infettive, iniziò a diffidare della medicina.
Fondò quindi tale pratica che si opponeva all’uso di farmaci e chirurgie, se non nel caso di malattie o situazioni in cui fossero l’unica cura necessaria.
Per tutto il resto, credeva che il corpo fosse capace di curarsi da sé, agevolato da uno stile di vita sano e da manipolazioni su eventuali impedimenti fisici e muscolari che impediscono tale meccanismo.