Uno studio tempo fa lo ha confermato. L’autostima è fondamentale non soltanto per il nostro benessere psicologico ma anche per la nostra salute fisica. Come riportato in questo articolo de La Stampa, la fiducia in sé stessi può aiutare in particolare modo nella fase di passaggio tra l’età adulta e quella anziana, tutelando l’individuo dall’insorgenza di alcune patologie.
Alla fine dei loro test, i ricercatori sono riusciti a dimostrare che mantenere un buon livello di autostima o, ancora meglio, innalzarlo aiuta a prevenire futuri problemi di salute.
Migliorare la propria autostima, in poche parole, significa poter vivere meglio. In tutti i sensi.
Cos’è l’autostima e perché è così importante
Per capire meglio bisogna partire cosa sia l’autostima. In psicologia si usa la definizione elaborata dal professor Battistelli secondo la quale “l’autostima è l’insieme dei giudizi valutativi che l’individuo dà di sé stesso”. Si tratta, in poche parole, del modo in cui valutiamo noi stessi, le nostre capacità, i nostri stessi comportamenti.
Tutto questo incide profondamente sul nostro modo di stare al mondo, in tutti gli ambiti, da quello lavorativo a quello affettivo e delle relazioni.
Avere scarsa considerazione di sé, vedersi come un fallito, qualcuno non degno di essere amato, fa sì che anche gli altri ti vedano così. Se non ami te stesso, non potrai davvero amare qualcun altro e instaurare con lui o lei una relazione sana e solida. Questo perché vivi nella convinzione di non essere degno di un affetto vero e sincero, di non meritarlo. Se non apprezzi te stesso, non sarai in grado di dare nulla all’altro se non i tuoi vuoti emotivi che nessuno può riempire. Inoltre, sarai preda costantemente del dubbio, del timore di vederti abbandonato perché senti di non valere abbastanza.
Allo stesso modo, l’autostima è fondamentale nell’ambito lavorativo. Non soltanto per avere successo e fare carriera, coltivando le proprie capacità e puntando a realizzarsi. Un buon senso di autoefficacia consente di essere più flessibile, di adattarsi a nuove mansioni, di apprendere più in fretta, avendo fiducia nelle proprie possibilità di imparare e crescere. Al contrario, un’autostima bassa porta con sé un atteggiamento controproducente oltre a un’invidia autodistruttiva. Se non credi in te stesso, sarai portato a pensare che chiunque potrebbe sostituirti, che un collega potrebbe prendere il tuo posto.
L’autostima e le profezie che si auto-avverano
Chi ha scarsa fiducia in sé rischia di rimanere vittima delle cosiddette profezie che si auto-avverano o profezie che si autodetermina. Ti capita mai di pensare “Non riuscirò mai a superare quell’esame” oppure “Non sarò in grado di ottenere quella promozione dal mio capo”? E poi, effettivamente, va proprio così come avevi previsto.
Queste sono proprio profezie che si auto-avverano. Non perché prevedono il futuro ma perché, nel momento in cui le formuliamo, cominciamo ad auto-sabotarci. Non credendo in noi stessi, finiamo con il comportarci in modo controproducente, facendo sì che quello che abbiamo ipotizzato si realizzi davvero, andando così a confermare l’opinione negativa che abbiamo di noi stessi.
Se dobbiamo preparare un esame difficile, magari studiamo ma poi, al momento del colloquio con il professore, siamo così agitati che non riusciamo a rispondere alle domande nel modo corretto.
Il pensiero, alla fine, è “Lo avevo detto io!”. E la convinzione di non essere in grado, di non essere abbastanza si rafforza.
Ma bisogna sapere che questo tipo di meccanismo funziona anche al contrario. Quando si ha una buona stima di sé, un livello adeguato di autostima, è più probabile riuscire in quello che si fa e ottenere dei buoni risultati.
Migliorare l’autostima con la psicoterapia
L’autostima è qualcosa che si costruisce a partire dai primi anni di infanzia, attraverso le esperienze con le proprie figure di riferimento, cioè i genitori. L’immagine che ciascuno ha di sé stesso si plasma sulla base dei rimandi da parte delle persone significative.
Se il bambino sperimenta un ambiente familiare nel quale si sente accudito, supportato e sostenuto nelle proprie scelte, apprezzato per quello che è, allora è probabile che riesca a sviluppare un’immagine di sé positiva e un livello adeguato di autostima. Ma se il genitore ha un atteggiamento svalutante nei confronti del figlio, non riesce a rispondere in modo adeguato ai suoi bisogni, facendolo sentire rifiutato, da adulto egli non potrà essere una persona sicura di sé.
Tuttavia, l’autostima non è qualcosa di dato per sempre.
Come sottolineato in un articolo sul sito del dottor Simone Ordine, psicoterapeuta a Roma Prati, è possibile migliorare il proprio livello di autostima attraverso la psicoterapia. Questo tipo di percorso, infatti, consente di entrare in contatto con sé stessi e di scoprire la radice del problema, le cause profonde del disagio che si sta vivendo, attivando le risorse interiori che consentono di superare le difficoltà relazionali connesso alla scarsa autostima.
A livello più profondo, la psicoterapia permette anche di mettere in discussione le figure genitoriali, rileggere la storia della propria infanzia, entrando in contatto diretto con quel senso di abbandono e di scarso accudimento che ha comportato lo sviluppo di un’immagine di sé distorta. Ciò permette di dare voce alle emozioni represse e rimosse da bambini, prendendosene cura.