Reiki è una pratica energetica giapponese che risale agli anni ’20 del secolo scorso e che è approdata nel secondo dopoguerra anche in Occidente riscuotendo da subito un grande successo, data la sua estrema semplicità e immediatezza.
Per praticare Reiki non è necessario nessuno strumento, si utilizza la naturale capacità di autoguarigione propria di ciascun essere vivente. L’Universo, secondo la disciplina Reiki, è energia armonica che sostiene e mantiene la vita, e il praticante Reiki utilizza questa energia sia per sé stesso sia per gli altri.
Attraverso specifiche tecniche che prevedono l’imposizione delle mani, Reiki opera un riequilibrio del sistema mente-corpo dell’individuo. Questo equilibrio si manifesta attraverso un miglioramento dello stato di benessere psico-fisico.
Oggi Reiki è conosciuto e riconosciuto in tutto il mondo quasi esclusivamente per i suoi benefici in ambito terapeutico, moltissimi sono i suoi praticanti e moltissime sono le ricerche scientifiche che ne avallano l’efficacia, ad esempio come metodo alternativo nell’ambito della terapia del dolore o come terapia complementare nell’ambito del trattamento dei pazienti oncologici.
Sull’importante sito di divulgazione scientifica PubMed sono centinaia le ricerche scientifiche che hanno come oggetto Reiki e la sua efficacia come terapia alternativa.
Tuttavia Reiki, al di là di essere un’utile ed efficace pratica nell’ambito della medicina alternativa, è anche una vera e propria via di crescita personale e spirituale, come sostengono le ricerche storiche e sociologiche dell’importante studioso della disciplina Justin Stein, autorevole ricercatore nel dipartimento di studi asiatici dell’Università di Toronto che da ormai molti anni si dedica allo studio di Reiki .
Nonostante quindi siano molte le ricerche e gli articoli accademici pubblicati negli ultimi 10 anni su questo argomento, sono ancora poche oggi le persone che conoscono quest’altra importante caratteristica di Reiki.
Nel suo passaggio in Occidente, infatti, Reiki è stato privato della sua componente di strumento per la crescita personale e spirituale, forse perché erroneamente confuso con una pratica religiosa o pseudo-religiosa.
Gli Occidentali per tanti anni hanno quindi conosciuto solo l’aspetto terapeutico di questa disciplina, l’aspetto forse più semplice da comprendere e di immediata applicazione pratica.
Comprendere invece la duplice anima del Reiki, spirituale e terapeutica, è sicuramente un modo di poter disporre di una efficacissima disciplina che può permetterci di migliorare la qualità della nostra vita sia da un punto di vista psico-fisico sia da un punto di vista delle consapevolezze riguardo la nostra crescita personale.
Questa caratteristica del Reiki è ben spiegata ed evidenziata sul sito My Reiki da Federico Scotti, una delle figure più autorevoli nel panorama del Reiki italiano, che da anni studia e insegna Reiki nella sua forma giapponese più tradizionale, non mediata cioè dalle spesso superficiali e frettolose interpretazioni occidentali.
Nella sua forma originaria Reiki è infatti una disciplina di crescita personale che ha come obiettivo la Felicità della Pace interiore. La Pace Interiore è definibile come una particolare condizione della nostra mente in cui i pensieri (di qualsiasi tipo) sono osservabili esclusivamente per ciò che essi sono, semplicemente pensieri.
Quando l’essere umano è in pace, i suoi pensieri non scatenano dirompenti emozioni che spesso possono essere anche causa di malattie, come sembra essere suffragato anche da alcuni recenti studi scientifici.
La disciplina del Reiki parte dal presupposto che la principale causa dell’infelicità umana è data dall’attaccamento ai pensieri, in particolare quelli di paura, che ci limitano e ci impediscono di vivere la nostra vita in maniera piena e immediata. I pensieri ci rendono schiavi delle emozioni e le emozioni, soprattutto quelle generate da pensieri di paura o di rabbia, intossicano il nostro organismo.
Nel Reiki Tradizionale Giapponese il praticante dunque esercita la disciplina per essere felice, per liberare la mente dai pensieri sabotanti ed entrare in contatto più diretto e immediato con l’esistenza.
Il Reikika, ossia chi pratica Reiki Tradizionale secondo la forma che aveva in Giappone nei primi anni ’20 del ‘900, utilizza tecniche utili anche a migliorare la qualità dei propri pensieri ma soprattutto finalizzate ad acquisire un atteggiamento più contemplativo nei confronti della propria mente.
Il Reikika è in grado dunque di acquietare la mente a tal punto da entrare in perfetta e completa risonanza con l’Universo, è capace di danzare a ritmo dell’Universo manifestandosi nel mondo in semplicità, naturalezza e libertà.
Queste tecniche, oggi quasi del tutto dimenticate in Occidente, rendono anche la terapia energetica del Reiki molto più potente ed efficace in quanto l’efficacia della terapia dipende in modo particolare, nella forma del Reiki Tradizionale, dall’atteggiamento mentale del suo praticante: meno il praticante è attaccato ai propri pensieri e più riesce ad entrare in contatto con l’Energia dell’Universo, l’Energia Reiki appunto, che ha potenti qualità terapeutiche sia per il corpo sia per la mente.
Si può dire dunque che il Reiki Tradizionale Giapponese, ponendo l’accento anche sulla dimensione della crescita personale e spirituale dell’individuo, sia una disciplina ancora più completa e utile di quella che l’Occidente ha potuto conoscere fino a qualche anno fa.
Imparare anche questa forma di Reiki, soprattutto se si è già praticanti, può offrire ulteriori strumenti per migliorare la propria efficacia nell’esercizio di questa disciplina e per aumentare la qualità della propria vita.