Il Dott. Edward Bach (1886-1936), gallese, fondatore della forma terapeutica che porta il suo nome (floriterapia di Bach) si laureò in medicina nel 1912 e cominciò subito a lavorare nell’ospedale dell’Università. Frequentò, come si faceva in tempi ancora abbastanza recenti, sia la corsia d’ospedale che il laboratorio.
Qui osservò i metodi di cura della moderna medicina occidentale e notò come essa andasse sempre più discostandosi da un approccio di tipo globale all’uomo ed alle sue manifestazioni patologiche, alla continua ricerca dell’alterazione organica sempre più piccola, molecolare e ultra-molecolare. Ebbe frequenti scambi culturali con i colleghi non soltanto all’interno dello stesso ospedale ma anche a convegni, congressi, simposi, nei quali era sempre ascoltato per la grande capacità comunicativa; dopo pochi anni aveva già una grandissima esperienza come microbiologo. Ciò nonostante le sue convinzioni circa la ricerca delle cause delle malattie gradualmente virano.
Edward Bach non si riconobbe nel moderno approccio alla salute dell’uomo, in quanto egli riteneva che fosse lo stato mentale negativo la causa prima dell’alterazione dell’equilibrio che porta alla malattia. Scriveva infatti lo stesso Bach nel “Guarisci te stesso”: “La principale ragione del fallimento della scienza medica moderna consiste nel fatto che si impernia sui sintomi e non sulle cause“.
Le intuizioni
Edward decise allora di cercare una forma di cura che potesse essere semplice, universale e indolore per migliorare la salute e il benessere delle persone. Iniziò per prima cosa ad occuparsi di batteriologia e in breve tempo scoprì alcuni vaccini che erano in grado di migliorare la resistenza dell’ intestino. Queste scoperte da parte del dottore riscossero velocemente un notevole successo anche se Bach al momento non era propriamente soddisfatto dei suoi risultati. Nel 1917 Edward subì un’operazione d’urgenza a causa di un tumore e gli vennero diagnosticati solo pochi mesi di vita. Decise a sorpresa di lasciare l’ospedale per paura di non poter completare le sue ricerche e con grande forza si immerse negli studi. Con grande sorpresa, il dottore riuscì a guarire dal tumore e in quest’occasione dedusse come un forte interesse che assorbe l’attenzione di una persona, un grande amore oppure un proposito definitivo della vita fossero dei veri e propri fattori decisivi necessari per superare determinate malattie. Nel 1930 Bach era diventato ormai un medico affermato ma in lui cresceva la convinzione che la medicina ufficiale fino a quel tempo non fosse la strada da percorrere e si dedicò allo studio della natura per cercare risposte convincenti ai suoi interrogativi. Lavorando con le piante e grazie alla sua grande sensibilità Bach intuì come tutta la loro energia fosse concentrata nel fiore.
Le basi della floriterapia
Bach riuscì a percepire le capacità vibratorie dei fiori, notando una energia superiore nelle piante esposte direttamente al sole rispetto a quelle che stavano in zone d’ombra; notò anche che la rugiada nei fiori possedeva in egual maniera proprietà vibrazionali. Bach allora cominciò a servirsi di quattro elementi specifici per la preparazione dei rimedi:
- Arie e terra per far maturare la pianta;
- Sole per sprigionare dall’involucro vegetale le virtù guaritrici;
- Acqua per trasferire le vibrazioni positive al paziente.
Nacquero così i 38 rimedi floreali che agiscono direttamente sugli stati d’animo negativi delle persone, i quali, impedendo di essere felici e sereni, portano alla malattia fisica. Egli elaborò anche un composto, il “rescue remedy” ossia rimedio d’emergenza, da assumersi in caso di choc, attacchi di panico, paure repentine e violente, isteria. Tale preparato viene utilizzato anche in alcune cliniche nei reparti di pronto soccorso, anche in stato di incoscienza del paziente, per la sua grande capacità di ridimensionare la sintomatologia psico-fisica conseguente ad un evento traumatico anche grave. I fiori di Bach derivano quindi da fiori, piante e cespugli, non coltivati, di ordine superiore, ognuna delle quali emana un’energia vibratoria ad una frequenza ben precisa, che corrisponde ad una delle manifestazioni emozionali degli esseri umani, anch’esse dotate di una corrispondente frequenza vibratoria. I fiori di Bach riescono quindi a ripristinare la frequenza vibratoria alterata e ad aumentare le energie delle persone. Si può quindi affermare che i fiori divengono i catalizzatori che promuovono il ripristino dell’equilibrio tra Io spirituale ed Io terreno.
Gli effetti curativi
I rimedi floriterapici non guariscono agendo direttamente sulla patologia, bensì per la loro azione a livello emozionale, inondando l’organismo con vibrazioni positive del Io superiore. L’origine di gran parte delle malattie, infatti, si trova nei piani superiori dell’essere, dove le emozioni vengono bloccate o eccessivamente stimolate. Risulta chiaro, pertanto, come in Floriterapia lo stato psicologico del paziente risulti essere la guida per il corretto trattamento terapeutico. Solo recentemente è stato fatto qualcosa di simile in ambito occidentale con i nuovi studi cui si è dato il nome di “psico neuro endocrino immunologia” mentre nelle medicine tradizionali troviamo riscontro con questo modo di intendere la malattia anche nell’antica medicina cinese. I suoi ulteriori studi si svolsero incessantemente fino alla morte sopravvenuta nel 1936.
Approfondiamo
La floriterapia è quindi un metodo di cura non aggressivo, senza effetti collaterali e che riporta in equilibrio il corpo e la mente, liberandoli dalle paure consce ed inconsce, dall’ira, dalla mancanza di fiducia, dalla colpa o dalla rabbia. Interessantissimi risultano essere i punti di incontro tra la terapia con i fiori di Bach e la psicoterapia, laddove l’azione del rimedio floreale si è dimostrata sinergico ad essa. Non a caso i 38 rimedi di Bach corrispondono infatti ai 38 diversi stati d’animo, ecco perché vanno consigliati non per la situazione sintomatologica (ad esempio per l’emicrania o per il mal di denti) ma per la condizione emozionale all’origine. Queste essenze agiscono su quelle emozioni quotidiane che spesso non vogliamo rivelare nemmeno a noi stessi.
Il Dott.Bach catalogò le 38 “emozioni” dell’individuo, suddividendo le sette classi principali di “momenti” psichici, nelle quali vengono collocati le 38 essenze floreali. Questi sette raggruppamenti (la paura, l’incertezza, l’ ipersensibilità, la solitudine, la mancanza di interesse per il presente, lo scoraggiamento e la disperazione, la cura eccessiva per gli altri) diventano categorie mentali/psicologiche necessitanti di specifici rimedi. La floriterapia ben si inserisce nella visione energetica dell’individuo che lo vede caratterizzato da sette livelli.
Il primo è il corpo, unico livello visibile agli occhi di tutti. Gli altri sei livelli, non visibili, possono essere rappresentati diversamente a seconda della cultura di riferimento: nell’aura, oppure nei sei temperamenti della medicina cinese così come nei chakra della medicina ayurvedica, per esempio. I rimedi di bach vengono preparati lasciando in infusione i fiori appena raccolti su dell’acqua pura, sotto la luce diretta del sole per tre ore. Poi, filtrati i fiori si aggiunge dell’alcool per favorirne la conservazione. Tradizionalmente il dottor Bach invece dell’alcool puro aggiungeva del brandy, ottenendo lo stesso risultato.
I rimedi disponibili in commercio vanno diluiti prima dell’uso e vengono assunti nella dose di 4 gocce per 4 o più volte al giorno. Lavorando a livello vibrazionale e non ponderale possono essere anche non ingeriti ma solamente applicati sulle labbra o in zone riflesse del corpo, come i piedini dei bambini molto piccoli o i punti di agopuntura. Successivamente altri seguaci della floriterapia di Bach, hanno sviluppato, con la stessa metodica, nuovi rimedi, utilizzando fiori e piante di diverse parti del mondo. I più conosciuti sono i 70 fiori californiani, ma ne esistono anche di molte altre regioni del nostro pianeta, dall’Australia all’Himalaya.