Avere un figlio per molte persone è un desiderio bruciante, a tal punto che ci sono sempre più persone che si rivolgono a centri medici per poter avere accesso alla fecondazione eterologa per poter superare problemi come malattie della coppia o sterilità.
Si stima che in Italia un bambino su dieci nato dalla fecondazione assistita sia nato dall’eterologa. Ma di che cosa si tratta, e come è regolamentata in Italia questa pratica?
La fecondazione assistita eterologa consiste in una pratica riproduttiva che consente ad una donna di avere un figlio utilizzando gameti (spermatozoi o ovociti) di un’altra persona.
Questa tecnica di procreazione medicalmente assistita, o PMA, aiuta al concepimento in tutti i casi di infertilità comprovata e consente alle coppie che non riescono ad avere figli di iniziare una gravidanza. In sostanza, a differenza di quanto avviene nella fecondazione assistita, in questo caso o l’ovulo femminile o lo spermatozoo proviene da un donatore esterno e non da uno dei genitori.
Alla fecondazione assistita eterologa si può ricorrere quando almeno uno dei partner soffra di infertilità assoluta. Ma cosa dice la legge a riguardo? L’eterologa è permessa o vietata, e quali sono le condizioni di accesso? È gratuita oppure a pagamento? Sono molti i fattori da considerare in questa questione.
Per capirne di più abbiamo fatto qualche domanda ai responsabili del centro 01 procreazione, una delle più note cliniche PMA del Veneto, che ci spiega come è la situazione in Italia riguardo a questo tipo di fecondazione.
La situazione in Italia: cosa dice la legge
La situazione sulla fecondazione assistita eterologa in Italia parte in sostanza da una sentenza del 2014 della Corte Costituzionale, che ha fatto decadere il divieto di ricorrere alla eterologa. Questo divieto impediva quindi alle coppie con infertilità assoluta di avere dei figli: oggi è stato riconosciuto dallo Stato il diritto ad avere figli, anche con la fecondazione assistita eterologa, e non solo con quella omologa.
Tuttavia non per il fatto che sia permessa dalla legge è semplice ricorrere alla fecondazione assistita eterologa, innanzitutto perché in Italia si riscontra una carenza di donatori, e questo rende difficile il soddisfacimento delle richieste. La donazione di gameti in Italia è prevista solo e unicamente a titolo gratuito e volontario, e non si può avere riconoscimenti economici per questa forma di donazione. Il reperimento di gameti, specie ovuli, è quindi abbastanza complesso, e questo è il principale ostacolo alla fecondazione assistita eterologa. Del resto il commercio di ovociti e semi maschili è stato vietato in tutta Europa, e la donazione di gameti femminili è rara perché una donna dovrebbe sottoporsi a delle cure ormonali per poter permettere ad un’altra donna di ottenere l’ovulo col quale tentare la fecondazione assistita eterologa.
La fecondazione assistita eterologa è gratuita, purché i richiedenti siano maggiorenni, sposati o conviventi. Ovviamente ci devono essere le condizioni di legge, cioè uno dei due partner deve avere infertilità assoluta, o la procreazione spontanea con gameti omologhi sia considerata un’evenienza remota. Le donne in età potenzialmente fertile (con meno di 43 anni) hanno diritto ad accesso con ticket gratuiti per mezzo del SSN, per un massimo di tre cicli. Bisogna rivolgersi all’Istituto Superiore della Sanità per conoscere i centri in Italia che effettuano la fecondazione assistita eterologa.
Ricordiamo che mentre la fecondazione assistita eterologa è stata resa possibile dalla legge (anche se con i limiti pratici che abbiamo appena visto) resta invece il divieto di ricorrere alla madre surrogata, alla fecondazione se uno dei componenti della coppia è deceduto, alla donazione di embrioni, alla fecondazione per coppie dello stesso sesso o single.