Le malattie psicologiche più diffuse dell’adolescenza sono molte, e spesso il disagio adolescenziale viene minimizzato dalle famiglie, alla ricerca di una facile soluzione al problema. L’inesperienza del mondo, la confusione causata dai cambiamenti del corpo e delle amicizie, i problemi a scuola e le difficoltà relazionali sono invece aspetti che gravano pesantemente sulla psiche dei più giovani, ed è bene che un dialogo forte e trasparente sia installato in famiglia sin da subito, per intervenire sulle situazioni di difficoltà prima che si trasformino in vere e proprie problematiche di difficile risoluzione.
Ecco quali sono alcuni campanelli d’allarme di cui tenere conto quando si ha un figlio adolescente.
Le difficoltà a scuola
Le difficoltà a scuola non dovrebbero essere immediatamente trattate come casi di svogliatezza o di opposizione all’autorità degli insegnanti. Potrebbero esserci cause più profonde, alla loro origine, tra le quali l’ansia, la fobia sociale, una difficoltà di apprendimento non correttamente diagnosticata, il bullismo. Cerca di indagare con delicatezza chiedendo ai ragazzi di aprirsi con te, in un ambiente che non li metta sotto giudizio ma che tenti una via di intervento discreta. La discrezione è un aspetto che molte famiglie trascurano, ma per gli adolescenti è invece molto rilevante, in un’età in cui desiderano sentirsi apprezzati dai coetanei ed inclusi nel proprio gruppo di appartenenza. Gli insegnanti potranno darti suggerimenti utili: ascoltali per cercare insieme una soluzione.
I sintomi fisici
Sonnolenza o difficoltà ad addormentarsi, incubi, tensioni muscolari, malessere, difficoltà respiratorie, tachicardia, mal di testa ricorrenti possono essere indicatori di una difficoltà psicologica più profonda, che non dovrebbe essere trascurata. Se i sintomi si ripercuotono sulle attività quotidiane, per esempio il ragazzo rinuncia a passare del tempo con i propri coetanei a causa di queste difficoltà, è bene informare il medico di famiglia e valutare insieme la situazione nel suo complesso, per capire se si tratta di disturbi del fisico (curabili e trattabili) o della psiche (altrettanto trattabili, ma con interventi diversi).
Il rapporto con il cibo, l’aspetto fisico, il sesso
Il rapporto con il cibo può compromettersi in molti modi. Non pensare che avere un figlio maschio ti metta al riparo: un malato su tre di uno dei numerosi disturbi alimentari (anoressia, bulimia, binge eating, ortoressia) è infatti un giovane maschio. Se noti comportamenti sospetti cerca di essere discreto ma instaura un dialogo franco e non giudicante con i ragazzi, coinvolgendo un membro della famiglia a cui sono particolarmente affezionati per rendere più accogliente l’ambiente di discussione.
L’aspetto fisico è una fonte di numerose preoccupazioni per i ragazzi, esposti ai più vari stimoli, non sempre controllati o corretti. Cerca di promuovere la body positivity in casa, sottolineando i pregi dei ragazzi e notando come i difetti facciano parte dell’aspetto di ogni persona, anche di quelle che siamo per natura portati a considerare “perfette”.
Con i ragazzi più grandi vale la pena affrontare il tema della sessualità e dei rapporti personali. I ragazzi iniziano a sperimentare con il proprio corpo e con il sesso da più giovani rispetto ai propri genitori: si tratta di un cambiamento difficile da cambiare. Istruiscili sulla correttezza dei comportamenti e sulla prevenzione di gravidanze e patologie, facendoti eventualmente aiutare dal medico o da un consultorio, e parla con loro del tema del sesso virtuale, del rispetto del proprio io fisico e psicologico e dei potenziali pericoli di comportamenti di sfida poco assennati.