Il modello di famiglia allargata tradizionale è ormai un ricordo del passato in quanto negli ultimi decenni sono avvenuti molti cambiamenti sociali che ne hanno decretato la fine.
Infatti le famiglie sono, ormai per la maggior parte, mononucleari, madre-padre-figli e la donna, che prima, in quanto casalinga, si faceva carico dell’assistenza di bambini e anziani, ora è impegnata a lavorare fuori casa, come gli uomini. Le politiche sul welfare per l’assistenza ad anziani sono quelle che sono, c’è ancora molto da lavorare ed il peso di tutto ciò è sempre più sulle spalle della famiglia.
Data la situazione occorreva trovare qualcun altro a cui delegare la cura dei membri più deboli della famiglia così, negli ultimi anni, è cresciuta in maniera esponenziale la figura della “badante”.
Badante sì ma competente
A questa persona è richiesto di seguire l’anziano o il disabile sia per quanto riguarda l’igiene personale che la cura dell’ambiente in cui vive per evitare o, almeno, ritardare, il ricovero in strutture a lunga degenza.
Si tratta, quindi, di personale che deve avere una predisposizione empatica verso chi non è più autosufficiente e una preparazione professionale adatta ad ogni circostanza.
Non si tratta solo di una dama di compagnia improvvisata.
Una famiglia che si trova nella condizione di dover cercare una badante si trova spesso disorientata, non sa bene a chi potersi rivolgere, approfitta del passaparola di amici e conoscenti ma poi ha difficoltà a reperire vere referenze sulle persone che le vengono consigliate, insomma, finisce per fare affidamento più alla fortuna che alle informazioni reali. Questo vale in molti casi di ricerca di personale sanitario professionista, anche al di fuori dell’assistenza ad anziani e malati.
Attenti al lupo!
Dall’altra parte, chi vuole prestare questo servizio rischia molte volte di cadere nella rete del caporalato e nelle maglie del lavoro nero, così che il lavoro finisce per essere sottopagato e la persona sente di stare perdendo anche la propria dignità.
E’ più frequente di quanto possa sembrare, sono tante le ragazze che, per esempio, arrivano dall’estero pagando, a caro prezzo, il viaggio che dovrebbe comprendere anche un lavoro sicuro nel nuovo paese e, invece, si trovano tra le grinfie di persone senza scrupoli pronte a sfruttarle.
E molte famiglie, dal canto loro, contribuiscono ad alimentare questo sordido giro preferendo far lavorare la badante di turno senza un contratto regolare.
Si innesca un circolo vizioso che diventa difficile interrompere, nonostante si rischi, persino, una denuncia per favoreggiamento del lavoro nero.
Purtroppo si dimentica che al centro dovrebbe esserci l’interesse di anziani e disabili, il poter fornire loro un’assistenza adeguata e dignitosa, un servizio svolto da personale preparato che sappia intervenire in caso di necessità e sia in grado di gestire i bisogni del malato nella quotidianità.
Bisogna pensare che la badante dovrà convivere 24 ore su 24 con la persona che deve accudire, pertanto è fondamentale che la famiglia si possa fidare ciecamente di lei.
Non si può proprio affidarsi a chicchessia, occorre valutare con attenzione su chi cadrà la scelta, almeno per rispetto del proprio congiunto che, spesso, si trova nella condizione di non poter esprimere il proprio parere a riguardo.
Cara, carissima badante…
Sicuramente il lato economico della faccenda non è da sottovalutare, le famiglie sono spaventate dai costi relativi al mantenimento di un parente non più autosufficiente e assumere una badante in nero può sembrare una soluzione. In realtà, con un contratto regolare, la famiglia può usufruire di sgravi fiscali che alleggeriscono il peso da sopportare. Poi, se il malato è riconosciuto invalido al 100%, può fare affidamento su un assegno di accompagnamento per coprire, almeno in parte, le spese per farmaci e assistenza.
Sorridete, siamo seri!
In mezzo a tutta la confusione, per fortuna, esistono anche realtà positive che si mettono a disposizione delle famiglie e dei malati con serietà.
Una di queste è la Cooperativa Passione e Competenza che nasce con l’intento di fare incontrare domanda e offerta in un’ottica di legalità e riconoscimento del lavoro e per offrire l’assistenza di badanti a Bologna a chi ne fa richiesta.
E’ certo che, se una persona vede riconosciuto giustamente il proprio lavoro, riesce a sentirsi più realizzata. Di conseguenza migliora la qualità del suo operare, a beneficio di chi ne deve usufruire.
In questo modo è possibile cambiare direzione innescando un circolo virtuoso da cui tutti ne escono sicuramente arricchiti.