Dalla giovinezza all’età matura: la depressione ci riguarda tutti

Dalla giovinezza all’età matura: la depressione ci riguarda tutti

La depressione è un’ombra che può oscurare qualsiasi persona in qualsiasi momento della sua vita: solitamente quando si pensa ad uno stato depressivo si associa subito un uomo o una donna in età adulta, ma non è sempre così.
Parliamo di un disturbo complesso dalle mille sfaccettature, che non conosce confini d’età: se ne parla spesso in relazione ai giovani, ma colpisce bambini e, in modo particolare anche gli anziani.
Possiamo immaginare la depressione come un’epidemia silenziosa, che incide profondamente sulla qualità della vita, sulle relazioni e, nei casi più gravi, sulla capacità di affrontare le sfide quotidiane.

La depressione nei giovani: un grido d’aiuto silenzioso

L’adolescenza e la giovinezza sono periodi di grandi cambiamenti, spesso accompagnati da ansie e incertezze e, in questa fase della vita, la depressione può manifestarsi con sintomi come la tristezza persistente, isolamento sociale, difficoltà a concentrarsi, cambiamenti nell’appetito e nel sonno e pensieri negativi ricorrenti.
Le cause possono essere molteplici: stress scolastico, problemi a relazionarsi con i coetanei, eventi traumatici subiti in famiglia o a scuola, ma anche fattori biologici.
È fondamentale per un genitore dare massima attenzione ai segnali e intervenire tempestivamente, attraverso un percorso terapeutico adeguato con un professionista.

La depressione giovanile non è solo mentale e si manifesta anche attraverso sintomi corporei: tale affermazione è supportata da numerosi studi.
I ragazzi che soffrono di depressione possono presentare una vasta gamma di sintomi fisici, come il disturbo del sonno, che può sfociare o nella difficoltà a rilassarsi e a trovare un sonno ristoratore, o anche nell’ affaticamento cronico, quindi sensazione di stanchezza persistente, anche dopo aver riposato.

Potremmo notare nei ragazzi cambiamenti nell’appetito, (perdita o aumento di appetito), che può portare a significative variazioni di peso e da qui, anche problemi gastrointestinali, come nausea, vomito, stitichezza o diarrea o problemi dermatologici, eczema o psoriasi.

Cosa fare se si sospetta una depressione giovanile? Se noti questi sintomi in un giovane, è importante parlarne con lui/lei e incoraggiarlo a cercare aiuto. Un professionista, come uno psicologo o uno psichiatra, può fare una diagnosi accurata e iniziare al più presto una terapia adeguata.

La depressione negli anziani: un nemico silenzioso

Se la depressione nei giovani è un tema molto discusso in tempi recenti, quella negli anziani è più sottovalutata: invece gli anziani sono anche loro molto vulnerabili a questo disturbo, sia perché devono affrontare cambiamenti fisici e sociali legati all’invecchiamento, malattie croniche, perdita di autonomia, lutto (di un compagno\a ad esempio) ma anche l’isolamento sociale.
La depressione negli anziani può manifestarsi con sintomi simili a quelli degli adulti, ma anche con sintomi più specifici, come apatia, irritabilità, ansia e disturbi del sonno.

La depressione può portare a una riduzione dell’attività fisica quindi ad un aumento della sedentarietà, e favorire così lo sviluppo di ulteriori problemi, come ad esempio la sindrome da allettamento, una condizione che può portare a un rapido declino fisico e cognitivo.
La Sindrome da Allettamento, o Sindrome da Immobilizzazione, è una condizione complessa che si sviluppa a seguito di un prolungato periodo di immobilità, spesso a letto. Le conseguenze di questa condizione vanno ben oltre il semplice disagio fisico, può portare a isolamento sociale, depressione e ansia, influenzando negativamente la qualità della vita; ma puoi leggere questo approfondimento sulla Sindrome di Allettamento.

Prevenire il declino cognitivo è fondamentale per mantenere un buon livello di autonomia e indipendenza, insieme ad altre sane abitudini, che allontano alcuni problemi legati all’invecchiamento tra cui una possibile depressione.
Un’attività mentale stimolante, un’alimentazione sana e un’adeguata attività fisica (anche una semplice passeggiata quotidiana può fare la differenza) possono contribuire a preservare le funzioni cognitive; ecco che la prevenzione è fondamentale: un anziano può godere di una vita più piena e appagante, mantenendo relazioni sociali, interessi e attività.

La cura della depressione richiede un approccio su più fronti, che può includere la psicoterapia, che serve per andare a “modificare” i pensieri e i comportamenti negativi, oppure per correggere gli squilibri chimici nel cervello e, quando uno specialista lo ritiene opportuno, esiste anche la terapia farmacologica.

Spesso lo fanno vedere anche nei film, la terapia di gruppo, anche questa può aiutare per uscire dalla depressione: in questi incontri la persona colpita da depressione va per condividere esperienze e ricevere supporto da altre persone che affrontano le sue stesse difficoltà.

Disclaimer: “Le informazioni presentate in questo articolo non sono destinate a sostituire il parere di un medico. Consulta sempre un professionista sanitario per ricevere consigli personalizzati.”

Fonti e Note Bibliografiche:

  • Fondazione Umberto Veronesi: https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/pediatria/la-depressione-giovanile-si-vede-anche-nel-fisico
  • Stress infantile: quali sono i suoi effetti? – Uppa la casa editrice specializzata nei temi della genitorialità e dell’infanzia.
  • Anziani e depressione: il ruolo della solitudine

P Santaera, RC Servidio, A Costabile – PSICOGERIATRIA, 2017 – iris.unical.it

  • Depressione e deterioramento cognitivo nell’anziano

C Gala, A Peirone, S Bellodi, L Pasquale, C Redaelli – G GERONtOL, 2008 – academia.edu

  • SINDROME DA IMMOBILIZZAZIONE INFORMAZIONI PER DEGENTI, PARENTI E AMICI pdf